Piazza Pretoria, PALERMO – 5 Ottobre 2003
Il nome reale è Fontana Pretoria, ma i siciliani la chiamano Fontana della Vergogna a causa della nudità delle statue che la compongono: si tratta di uno dei simboli più rappresentativi del capoluogo siciliano e si trova nell’omonima piazza. Per molti è considerata una delle più belle fontane della penisola: realizzata nel 1554 da Francesco Camillani a Firenze, venne poi trasferita nel 1581 in Piazza Pretoria a Palermo, dopo una storia piuttosto singolare. Si racconta …
Un ringraziamento speciale a
Filippo ing. Trifirò per la fiducia accordata – 18 anni fa – a Unocad, in quello che rimane ad oggi il nostro più impegnativo rilievo e aver così dato l’inizio a quell’incredibile avventura nell’acquisizione e riproduzione di opere site nei più bei “luoghi e musei” d’arte d’Europa.
Il restauro di un bene culturale, soprattutto carico di storia e legato ad una certa tradizione italiana prima, e locale poi, come la Fontana Pretoria, e per di più notevolmente degradato, carica non solo di particolare responsabilità, ma comporta anche l’affronto di una molteplicità di problematiche che sempre inevitabilmente insorgono in corso d’opera. Il restauro infatti non e una scienza matematica e ha delle esigenze proprie difficilmente incasellabili, fra queste la pazienza indubbiamente fa da protagonista. Accade infatti sovente che durante le operazioni di restauro la stretta collaborazione (sempre auspicabile) fra il direttore dei lavori, che veglia sempre sull’applicazione di una corretta metodologia, e il restauratore, che materialmente opera, deve adattarsi a studiare le soluzioni più adeguate all’intervento, utilizzando quanto le tecnologie moderne offrono, o creando anche degli strumenti ex novo, con il tempo che ciò richiede. Si crea cosi un’armonica simbiosi e uno scambio fra le professionalità diverse che concorrono alla realizzazione dell’opera di restauro. Analoga esperienza di arricchimento hanno fatto le scriventi nella collaborazione interdisciplinare con i vari professionisti che man mano sono stati coinvolti nel corso dei lunghi cinque anni (1998-2003) di restauro della Fontana Pretoria. Ma senza voler far torto a nessuno non si può non evidenziare che con rara sintonia si è mossa la variegata equipe di lavoro fissa, ma anche ditte e tecnici vari. Ed ancora la puntualità scientifica di alcune indagini; del rilievo numerico informatico dello stelo con la creazione di un modello matematico tridimensionale da parte della UNOCAD che ha permesso la riproduzione esatta di due elementi marmorei e il calcolo di importanti dati; ...
… per i 19 elementi che compongono lo stelo, di una altezza totale di 8,531 metri, è stata eseguita una acquisizione laser scanner su 74,20 metri quadrati di superficie scultorea in un unico modello, per un volume complessivo di 4,53 metri cubi, tramite l’elaborazione dei quasi 670.000 punti rilevati nel successivo computo numerico con software CAD. Lo studio digitale del modello ha consentito la riproduzione in marmo e la sostituzione della terza tazza dell’elemento ( fortemente instabile ) nella sua forma originaria con tecniche sottrattive CAM di fresatura a controllo numerico su una macchina utensile di grande dimensione per lapidei.
Parzialmente tratto da: La Fontana Pretoria in Palermo a cura di Maria Pia Demma e Giuseppina Favara – 2006 Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali Ambientali e della Pubblica Istruzione.