Edimburgo – 2012
Che Canova volesse concentrare la sua attenzione sul tema de Le Grazie è desumibile da un disegno, un dipinto ed un’incisione. Il disegno ed il dipinto sono datati 1799, l’incisione è immediata- mente successiva. Su questo soggetto lo scultore ritornerà ripetutamente tracciando la costruzione delle tre divinità e producendo disegni e due bozzetti in argilla, per giungere, infine, alla produzione, nel 1814, della scultura inviata ad Eugéne de Beauharnais, ma realizzata su commissione della madre, l’Imperatrice Joséphine. È probabile che lo scultore intendesse ripetere l’immagine che la tradizione greco-romana aveva diffuso e che in età rinascimentale trovò consolidata attenzione. Le tre figure corrispondono alle figlie di Zeus e della ninfa Eurinome, Aglaia, Eufrosine e Talia che generalmente sono rappresentate a seguito della dea della bellezza Venere. Le Grazie presiedevano ai banchetti, alle danze e ad altri piacevoli eventi sociali, e diffondevano gioia e amicizia tra gli dei e i mortali. Spesso accompagnavano Afro- dite ed Eros, le divinità dell’amore, e assieme alle muse cantavano e ballavano per gli dei sul monte Olimpo al suono della lira del dio Apollo. A tal proposito non sarà difficile rimembrare La nascita di Venere di Botticelli. Come nell’artista fiorenti- no, così in Canova esse vengono rappresentate in un abbraccio affettuoso che trasmette la gioia, la prosperità e lo splendore. Canova le rappresenta nella loro bellezza ideale e cinte da un velo che contribuisce a legarle ancora più intensamente ad arricchire l’insieme della gestualità delle tre figure. Una delicatezza ed una sinuosità delle forme sono, infatti, accentuate dal movimento che le tre divinità rappresentano. Solo Canova poteva realizzare una tale interpretazione dell’ideale bellezza che dalla filosofia viene tradotta nella scultura.
Canova realizzò ben due sculture de Le tre Grazie. Una è esposta al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, la seconda è condivisa dal Victoria & Albert Museum di Londra con la Scottish National Gallery di Edinburg. I due marmi sono contraddistinte da una variante nel supporto di ancoraggio identificato in un’ara a forma di pilastro o di colonna su cui sono adagiate delle ghirlande di fiori.
Nella produzione canoviana il processo creativo pro- cedeva per gradi. All’esecuzione di schizzi che intro- ducevano la costruzione delle forme e la disposizione delle figure faceva seguito la realizzazione di un bozzetto in argilla, poi cotto per consolidarlo. E’ questa l’dea proposta al committente. Nel caso de Le tre Grazie, Canova scrisse a Joséphine de Beauharnais di aver realizzato con l’argilla un bozzetto: “un petit esquisse de terre” come si legge nella lettera dell’ottobre del 1812 (Bassano del Grappa, Museo Civico). E’ datato 1813, invece, il modello di gesso che lo scultore produsse nell’arco di tre mesi, giugno – agosto, destinato a diventare il modello per i due marmi. L’Imperatrice non vide mai il capolavoro di Canova, perché morì il 29 maggio del 1814 ed il marmo fu recapitato ad Eugène de Beauharnais nel 1817. Oggi la scultura, per successione ereditaria è in Russia, ma originariamente fu trasferita a Monaco di Baviera e poi dal figlio di Eugène Maximilian portato in Russia. L’altro marmo, invece, quello inglese, fu commissionato al Canova da John Russell 6th Duke of Bedford,
nel 1815. Una lettera datata 21 gennaio affidava allo Scultore la possibilità di apportare anche delle varia- zioni. Questo marmo, dopo l’approvazione avvenuta nella sede della residenza del Duca a Woburn Abbey, nel 1815, fu consegnato nel 1819.
A Possagno, invece, paese natale di Antonio Canova furono destinati tutti i modelli, le copie e i calchi delle sue sculture. Il fratello dello Scultore, mons. Giovanni Battista Sartori Canova decise di edificarvi un museo, una Gipsoteca dove eternare tutte le opere dello scultore rimaste nel suo studio romano alla sua morte, avvenuta il 13 ottobre 1822.
Qui, oggi è conservata tutta la sua produzione che costituisce una realtà unica ed internazionale.
Nel corso del 2013, a Possagno, è stata realizzata un’iniziativa singolare che ha permesso il recupero di una scultura in gesso, raffigurante Le tre Grazie, che fu danneggiata dagli eventi bellici del 1917. Il rapporto che sussiste con tutti i più importanti Musei del mondo ha favorito un dialogo con i Musei scozzesi autorizzando la scansione in 3D del marmo de Le tre Grazie, allora esposto alla Scottish National Gallery di Edinburgh. Questa opportunità ha messo in atto un processo di produzione delle parti danneggiate della scultura di Possagno permettendo, così, la sua “ricostruzione” e la perfetta fruizione da parte del pubblico, di una scultura non più esposta dal 1917. Si è trattato, praticamente, di un processo contrario a quello praticato da Canova. Invece di realizzare un modello e poi scolpire un marmo, si è partiti dal mar- mo per ritornare al modello. Questo intervento, che va collocato accanto ad altri recuperi, è stato attuato da UNOCAD di Altavilla Vicentina, azienda leader in questo settore. Oggi a Possagno è possibile vedere esposte le due sculture de Le tre Grazie, quella utilizzata per realizzare il marmo per Joséphine de Beauharnais, e quella per John Russell 6th Duke of Bedford.
Mario Guderzo, Direttore del Museo e della Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, Treviso